[News] Drake contro UMG, tutta la vicenda (dall’inizio)
Un caso che potrebbe “riscrivere” le regole dei dissidi tra rapper.
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Il 2 aprile Drake ha ottenuto una prima vittoria nella sua causa per diffamazione contro UMG (Universal Music Group): la giudice Jeannette Vargas ha respinto il tentativo della major di mettere un freno alle attività di discovery, la fase di raccolta delle informazioni e delle prove tra le parti in una disputa legale. Ora il rapper di Toronto potrà accedere a documenti riservati, quali il contratto discografico di Kendrick Lamar e gli stipendi e i bonus dei dirigenti della stessa UMG. Che poi è la sua etichetta di distribuzione, oltre che di Lamar. Insomma, il procedimento istruttorio – che fa seguito all’azione legale avviata a New York nel mese di gennaio – può continuare, secondo quanto stabilito dal tribunale. Una mozione separata di Universal per l’archiviazione del caso verrà invece discussa il 30 giugno.
Drake ritiene che la celebre diss track di Kendrick Lamar Not Like Us, uscita nel pieno della loro faida, sia stata approvata e distribuita da UMG per trarre profitto da una situazione ormai divenuta incandescente, nonostante contenesse falsità sul conto di Drake. Con il passare delle settimane, le mosse dei suoi rappresentanti hanno definito meglio i contorni della vicenda, che si basa sulla convinzione dell’artista canadese di aver patito un danno di reputazione e di immagine – circostanza che avrebbe già messo in pericolo lui e la sua famiglia – a vantaggio di altri soggetti. L’operazione, viene sottolineato, è stata favorita in diverse forme da UMG, che al contrario avrebbe dovuto impedirne la diffusione. Ma come si è giunti a tanto? Per rispondere alla domanda, dobbiamo riavvolgere il nastro di un anno.
Il 4 maggio 2024 viene pubblicato il brano Not Like Us, pezzo che secondo la “giuria popolare” decreterà il trionfo di Kendrick Lamar nel beef avuto con Drake. Era da marzo che i due pesi massimi dell’hip hop se le stavano dando di santa ragione e un punto, almeno apparente, da qualche parte andava collocato. Tutto comincia quando Kendrick, ospite di Metro Boomin e Future in Like That, si rivolge a Drake e a J. Cole – il quale penserà bene di uscire in fretta dal casino innescato –, ricordando loro che in circolazione c’è «un solo grande»: lui, ovviamente.
Il riferimento è a una precedente collaborazione della coppia destinataria del messaggio, First Person Shooter, in cui Cole affronta l’annosa questione su chi sia il migliore dei “Big 3”. Le parole di Lamar in Like That suscitano la reazione soprattutto di Drake e scalpore tra i fan, sebbene gli attacchi verbali tra colleghi in un contesto musicale ultracompetitivo come l’hip hop siano frequenti. Solo che stavolta le offese e le accuse reciproche registrano livelli di guardia inesplorati. Nel giro di pochi giorni, tra aprile e maggio 2024, i colpi diventano più brutali. Drake attribuisce al rivale episodi di violenza domestica (Family Matters) e quest’ultimo, in risposta, lo descrive come un pedofilo (Not Like Us). Ed è allora che si arriva, a piccoli passi, alla causa contro UMG.
A dire il vero, il caos generato dall’antagonismo tra Kendrick Lamar e Drake – dall’inizio degli scontri dialettici sono uscite canzoni alla velocità della luce, alcune poi rimosse dalle piattaforme – è stato lo spunto per riflessioni di spessore, legate per lo più a una sorta di alterità culturale e alle tangibili fratture nella società statunitense, che nella primavera 2024 hanno trovato terreno fertile nel quadro del fermento politico per le imminenti elezioni presidenziali. A ogni modo, quel che è altrettanto doveroso osservare è che i risvolti degli screzi tra i due potrebbero riscrivere per sempre le regole non scritte delle faide nell’hip hop, che di solito si risolvono da sé, tra vincitori e vinti, mentre si sprecano i commenti dei media e dei fan adoranti.
Infatti, a fine novembre 2024, Drake presenta una petizione legale contro Universal Music Group, misura che anticipa una possibile causa. L’etichetta, tra le altre cose elencate, viene accusata con Spotify di avere alterato gli ascolti di Not Like Us. Nel frattempo, Kendrick Lamar prima si prende il Super Bowl, poi pubblica l’album GNX – che spicca un salto fulmineo nelle classifiche mondiali –, infine conquista cinque Grammy proprio per Not Like Us (tra cui il premio Song of the Year, un fatto inedito per una traccia del genere). La somma di questi avvenimenti è per Drake la pietra tombale sull’intera faccenda, sentenziano in molti.
Con il nuovo anno, i giochi si fanno più duri. Drake ritira la petizione, ma l’indomani procede con la causa per diffamazione contro UMG. Il 9 febbraio Kendrick Lamar è con SZA il protagonista dell’Halftime Show più visto di tutti i tempi, portando sul palco del Super Bowl (quindi in mondovisione) le diss tracks Euphoria e Not Like Us. Contestualmente, alla fine del mese, Drake e iHeartMedia raggiungono «una risoluzione amichevole della controversia» nel caso di “payola” in Texas, sollevato nell’iniziativa di novembre 2024, sospettando il ricorso alla pratica da parte del gruppo radiofonico e di Universal per aumentare la trasmissione di Not Like Us.
UMG non resta ferma a guardare, rifiutando l’idea di una condotta scorretta a scapito di uno dei suoi artisti di punta. Così a New York chiede intanto la sospensione della discovery – ma è un buco nell’acqua –, in attesa dell’udienza sulla mozione di archiviazione fissata per il 30 giugno. Gli avvocati dell’etichetta considerano la denuncia di Drake infondata, poiché motivata più dalla rabbia di aver perso una battaglia rap «che lui stesso ha provocato e a cui ha partecipato volontariamente», che non dagli sgarbi che dichiara di aver subito. Quelli che si è scambiato con Lamar – è perciò la linea difensiva della major – sono «insulti iperbolici», non «affermazioni fattuali». E in passato – rimarcano gli avvocati – Drake si è schierato contro l’adozione troppo disinvolta delle opere artistiche nei casi giudiziari (anche se lui ha assicurato fin dal principio che non è la libertà artistica il perno della contesa, ma appunto il ruolo esercitato da UMG in questo frangente).
La causa per il momento va avanti e per quello che ci è dato sapere rischia di diventare il primo beef dibattuto in un’aula di tribunale. Nella storia delle liti nell’hip hop abbiamo assistito a minacce, reali o di scena, purtroppo anche ad aggressioni fisiche, ma mai a schermaglie di questa natura. La decisione di Drake potrebbe dunque tradursi in un precedente etico e legale sulla responsabilità delle aziende discografiche nella gestione dei conflitti tra artisti.
Quanto agli attuali sviluppi nelle carriere dei due rapper, Kendrick non dà l’impressione di scomporsi granché: accantonato il fragore del Super Bowl, il 19 aprile inaugurerà a Minneapolis il Grand National Tour con SZA (è in programma anche una data italiana, il 2 agosto a Roma). Drake, all’opposto, ha pubblicato a febbraio l’album $ome $exy $ongs 4 U con PARTYNEXTDOOR. Dopo i primi entusiasmi, il disco ha recuperato un po’ di smalto in questi giorni con la promozione del video di NOKIA, che ha permesso agli appassionati di scatenarsi nella ricerca dei non pochi collegamenti visuali alla recente faida con Kendrick Lamar. Un cerchio che ancora non è chiuso, “pare” di capire.